THE TIME LEFT – FOTOGRAFIE DI MONICA PITTALUGA di Glauco Dattini

The Time Left
ph Monica PIttaluga

Mostra “The Time Left” con fotografie di Monica Pittaluga

Sabato 29 febbraio 2020 si inaugura presso gli spazi della Casa della Pace nel rione Testaccio, a Roma, la mostra “The Time Left” con 18 fotografie di Monica Pittaluga. L’esposizione, a cura di Glauco Dattini, proseguirà fino al 6 marzo 2020.
Le immagini, di Monica Pittaluga, medico palliativista e fotoreporter, sono mostrate al pubblico dopo essere state esposte nel corso della rassegna internazionale Foiano Fotografia nel 2019.

Monica Pittaluga ha immortalato l’atmosfera fatta di dolore esistenziale che si percepisce intorno alla fase terminale della vita. Dolore che tuttavia è ricondotto dentro il flusso della vita per testimoniare che c’è vita fino alla morte e per dare un senso e una dignità anche a questa fase dell’esistenza. Il risultato è un documento importante e suggestivo dal punto di vista fotografico. Nelle immagini di Monica è ritratta la realtà di quei momenti in prossimità della morte che a volte appaiono al contrario pieni di sentimenti vitali, come, ad esempio, nelle fotografie in cui i pazienti sono a stretto contatto con gli animali durante la pet therapy, o le persone colte di sfuggita mentre sorridono. Nei volti dei pazienti, immortalati nel reportage di Monica Pittaluga, si leggono emozioni contrastanti e poco rappresentate: i sentimenti di gioia e speranza accompagnati da timore e paura verso un futuro sospeso quale è quello dei malati terminali. Tutti questi momenti vissuti nel corso della sua attività di medico sono sapientemente documentati da Monica che racconta, in un percorso narrativo articolato, l’inquietudine di una fase della vita che può essere ancora piena e spesso preziosa, anche se ovviamente parametrata sulle possibilità fisiche e psichiche della persona malata.

La serie di fotografie selezionate è tratta da un corpus di foto più ampio. Monica sta ancora portando avanti il progetto, iniziato due anni fa, per lei ricco di elementi narrativi, lasciandosi guidare dall’istinto e dall’empatia nella scelta dei soggetti, con i quali ha spesso stabilito una relazione profonda. L’obiettivo grandangolare che Monica ha utilizzato la ha aiutata a stare dentro la scena, costringendola a fotografare da molto vicino ed entrando così in intimità con il soggetto fotografato. C’è un dato di fondo che è impossibile non rilevare, ad una considerazione complessiva del lavoro fotografico di Monica, ed è che questo lavoro non si allontana mai dalla realtà quotidiana dei pazienti, senza alterarla in alcun modo. Il momento in cui Monica scatta è frammento del tempo che trascorre insieme ai pazienti ritratti, che quindi costituisce parte integrante dello scenario che vive nella quotidianità. Decodificare il quotidiano, dare dignità alle persone malate attraverso la propria opera è un esercizio faticoso, determina un esercizio costante e un allenamento visivo che può farci scoprire qualcosa in più, costruire una narrazione dei sentimenti, dei luoghi e dei momenti del fine vita, momento essenzialmente privato e individuale. La fotografia di Monica può offrire una visione diversa del dolore, venata da un desiderio di speranza che è forse quello che possiamo leggere nella persona che guarda verso la luce, elegiaco anelito al futuro.

Tutte le persone che Monica ha fotografato, pazienti, familiari e operatori, sono consapevoli di far parte di un progetto che diventerà una sorta di memoria collettiva di una parte della loro vita che per ciascuno è un momento privato ma che risponde sempre a un minimo comun denominatore, l’appartenenza al genere umano.

Il vernissage è alle ore 19:00 del 29 febbraio 2020 alla Casa della Pace, in via di Monte Testaccio 22 a Roma

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